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				La prima tastiera Armodue: il 
				concretizzarsi di un sogno (di Luca Attanasio) 
					
						| E' stato finalmente 
						realizzato il primo prototipo di tastiera Armodue, il 
						cui progetto è stato già brevettato da alcuni anni. 
						Questo prototipo - che auspico possa rappresentare il 
						primo modello di una lunga serie - è stato realizzato 
						(ad opera di Pierpaolo Beretta) riassemblando dei tasti 
						normali secondo la scala esadecafonica, vale a dire 
						alternando gruppi di tre e quattro tasti neri 
						inframezzati da nove tasti bianchi - a formare la decima 
						di Armodue (con l'ampiezza dell'ottava temperata). Naturalmente le future tastiere Armodue, ben rifinite, 
						dovranno prevedere dei tasti bianchi stampati 
						appositamente per poter collimare tra loro coi tasti 
						neri, oltre a tutti i componenti elettronici che 
						dovranno essere dedicati.
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						 | In qualità 
						di pianista che ha seguito l'evoluzione di Armodue fin 
						dal suo nascere e con tutto il mio interesse per 
						l'armonia sperimentale e la musica microtonale, ho 
						subito collaudato la prima tastiera Armodue. Suonare una tastiera così la definisco un'esperienza 
						molto stimolante.
 Una mano medio - grande riesce a prendere bene la decima 
						(quello che in una tastiera normale è un intervallo che 
						abbraccia dieci tasti bianchi, poniamo do-mi, in Armodue 
						diventa un'ottava - in questo caso do-do) e le future 
						tastiere Armodue potranno lievemente rimpicciolire la 
						larghezza dei tasti per permettere ciò anche a mani più 
						piccole.
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						| Voglio 
						adesso raccontarvi brevemente le mie ricerche suonando 
						la nuova tastiera.All'inizio, la mia mente è stata sconcertata 
						dall'anomalo raggruppamento dei tasti bianchi e neri: 
						l'impronta delle mani sui tasti era la solita, ma i 
						suoni erano completamente diversi!
 Quello che all'inizio era un meccanismo istintivo delle 
						mani che sapevano dove posizionarsi per ricavare dei 
						suoni non funzionava più.
 Mi "andava insieme la vista" guardando i tre tasti neri 
						che in Armodue sono dopo la nota 1 cioè il Do, mentre 
						nel sistema più familiare i tre tasti neri sono dopo il 
						Fa. Non parliamo poi dei quattro tasti neri.
 Poi è subentrata l'abitudine: finalmente le mie mani si 
						sono ambientate sulla nuova tastiera, ed ho cominciato a 
						suonare in Armodue con più sicurezza.
 Dapprima ho cercato di ricreare le familiari sonorità 
						degli accordi maggiori e minori, ma poi ho compreso che 
						non era questa la strada giusta. O meglio, questi 
						accordi si possono anche ricreare bene, ma intuivo che 
						il "segreto" di Armodue doveva stare nella sua simmetria 
						di sedici note (sedici è un quadrato perfetto).
 Perciò provavo combinazioni di accordi soprattutto 
						speculari, paralleli o simmetrici, in cui cioè gli 
						intervalli fossero regolarmente alternati, trasportati, 
						rovesciati, ottenendo sonorità molto interessanti.
 A livello della melodia, scoprivo che il nuovo passo 
						della scala in Armodue (che funzionasse come il tono 
						nelle scale maggiori e minori) doveva essere 
						l'intervallo di tre eka (poco più grande di un tono), in 
						cui l'eka è la minima distanza tra due tasti qualsiasi.
 Tre eka è un intervallo che risulta il rivolto di 
						tredici eka, l'intervallo particolarmente suggestivo che 
						in Armodue vale quasi esattamente come la settima minore 
						pura - data dalle armoniche 4/7 (considero quest'ultimo 
						intervallo la chiave di volta del sistema esadecafonico, 
						l'intervallo che sta ad Armodue come la quinta giusta 
						sta al sistema temperato).
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						| La strada 
						giusta era ormai spianata: con la sinistra cercavo degli 
						accordi, mentre con la destra riproducevo le stesse note 
						degli accordi interpolandole però con altre note 
						melodiche. Scoprivo che tutti gli intervalli di un numero dispari 
						di eka (3 eka, 5 eka ecc.) erano più brillanti e aperti 
						degli intervalli di un numero pari di eka (2 eka, 4 eka 
						ecc.) che risultavano più chiusi, più cupi. Uniche 
						eccezioni a questa "regola" la luminosa "sesta maggiore" 
						di Armodue di 12 eka (l'intervallo iniziale di "My Way", 
						per i non addetti ai lavori) e la cupa "sesta minore" di 
						11 eka (l'intervallo iniziale di "Love Story"); la 
						"quinta" di Armodue poi - leggermente calante e 
						quantificabile in 9 eka - suona benissimo se stemperata 
						suonandola insieme ad una sesta minore (11 eka) o ad una 
						sesta maggiore (12 eka) o se ampliata in dodicesima (25 
						eka), contrariamente a quanto possono affermare i 
						puristi delle quarte e delle quinte.
 Questa proprietà degli intervalli "pari" e "dispari" mi 
						sembra una dimostrazione dell'antica filosofia cinese ed 
						anche pitagorica, che ha sempre visto nei numeri dispari 
						qualità "celesti" e nei pari qualità "terrestri". Dico 
						questo perché mi piace considerare Armodue una sorta di 
						"quadratura del cerchio" musicale: un mezzo senza pari 
						per unire le più spontanee e libere invenzioni melodiche 
						alle più simmetriche e geometriche architetture 
						armoniche.
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						| Penso che chi si cimenterà 
						con una tastiera Armodue dovrà armarsi di una buona dose 
						di fiducia e di pazienza. L'orecchio può stancarsi 
						ricevendo continuamente sonorità di intervalli e accordi 
						non ancora assimilati, l'immaginazione può essere 
						tentata di agganciarsi a formule musicali già esistenti 
						e cercare così il surrogato dei vecchi accordi e delle 
						vecchie melodie, la volontà può essere indotta a cercare 
						subito risultati vistosi (che invece si ottengono quasi 
						sempre solo con una paziente ricerca), le mani possono 
						essere ingannate nel posizionamento sui tasti dalla loro 
						memoria motoria o istintiva sviluppata sulla tastiera 
						"normale". Ma chi "scava" nelle profondità di Armodue con la 
						tenacia di un minatore sarà premiato conquistando degli 
						spunti musicali completamente nuovi e affascinanti.
 Una volta conquistati questi spunti, poche cellule 
						melodiche, pochi accordi, poche scale che affascinano, 
						bisognerà poi svilupparli e lavorarci sopra, con tutto 
						il lavoro di composizione e arrangiamento che ne dovrà 
						seguire.
 Il risultato sarà una musica microtonale che se 
						realizzata con arte e genialità non potrà che 
						sorprendere positivamente gli ascoltatori.
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						 | E' 
						possibile riprodurre la scala di Armodue sulle tastiere 
						mediante un utilissimo software, registrato da Op De 
						Coul e denominato Scala, che permette di ottenere 
						qualsiasi temperamento microtonale (dalla scala 
						eptatonica equalizzata ai quarti di tono, dalle scale 
						arabe o asiatiche fino alla divisione dell'ottava in 
						cento parti) semplicemente interfacciando la tastiera - 
						anche una tastiera normale cioè non Armodue - ad un 
						computer. Sulla Home Page, è possibile trovare tutte le 
						informazioni necessarie.
 Il software Scala è già predisposto - tra le altre 
						accordature - ad Armodue ed è in grado anche di 
						visualizzare a monitor la peculiare tastiera di sedici 
						tasti (che è possibile anche suonare virtualmente a 
						colpi di mouse).
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						| Voglio invitare tutti i 
						pianisti, i compositori ed i musicisti in genere, che 
						siano aperti alle possibilità della musica microtonale 
						ed abbiano un computer, a sperimentare direttamente i 
						suoni di Armodue tramite il software Scala. Per fare 
						esperienza di Armodue, esperienza che auguro la più 
						entusiasmante possibile, non è infatti necessario - 
						almeno inizialmente - avere a disposizione la tastiera 
						dedicata Armodue: andrà bene una qualunque tastiera 
						purché dotata di interfaccia MIDI. L'ottava (equivalente alla decima in Armodue) risulterà 
						di sedici tasti, quindi allargando al massimo una mano e 
						premendo i tasti do-mi (una decima) si sentirà suonare 
						l'ottava do-do.
 Problemi eventuali potranno presentarsi a causa del 
						"riporto" del Do (nota 1) su tasti diversi - con 
						conseguente "slittamento" di tutte le altre note, 
						cosicché risulterà laborioso per esempio raddoppiare 
						nella melodia le note degli accordi.
 Naturalmente tutti i problemi di quest'ordine spariranno 
						quando si utilizzeranno le tastiere specifiche ed 
						originali di sedici tasti, le tastiere con le quali in 
						via definitiva si dovrà suonare in ambiente Armodue.
 Auguro a tutti i compositori di trovare in Armodue nuove 
						risorse e nuovi strumenti per esprimere la loro 
						creatività. Mi unisco all'appello di P. Beretta, 
						teorizzatore di Armodue, nell'invitare chi è davvero 
						incuriosito da questo nuovo universo di suoni a 
						scriverci e contattarci, con l'obiettivo di realizzare 
						esecuzioni e composizioni musicali Armodue, di fare 
						ricerca e di trovare regole armoniche, oltre che per 
						condividere idee e capacità nell'ambito di quello che 
						consideriamo essere un nuovo quanto affascinante 
						orizzonte musicale.
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				 Luca Attanasio
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