|  |   Fondamenti
        teorici e filosofici di Armodue"La serie degli armonici,
        che a volte viene chiamata accordo di natura, è qualcosa di più di un
        fatto meramente fisico; rappresenta anche rapporti intervallari che
        rispondono in gran parte ai nostri bisogni in campo musicale […] Per
        quanto il sistema temperato (oppure, a questo proposito, anche il
        sistema pitagorico, o qualunque altro non temperato) possa essere
        sistematico e semplificatore, si tratta pur sempre di una soluzione
        pratica, e quindi parziale, del problema dell’accordatura musicale.
 Il temperamento equabile quindi […] è incompleto come fondamento
        teorico dello studio della musica"
 Walter Piston, Armonia, I manuali EDT/SidM, 1989, pag. 536.
 "Ti
        sei schermito contro la ‘settima minore’ […].La settima minore non ha certo accordi e base sensibile: essa è la
        guida divina, la mediatrice tra la natura sensibile e quella celeste: è
        soprasensibile, conduce nel mondo degli spiriti […]
 S’è fatta suono, per dare lo spirito ai suoni, e se mancasse essa,
        tutti i suoni dovrebbero rimanere nell’antinferno […] Soltanto
        mediante la settima l’irrigidito mondo dei suoni vien liberato e
        diventa musica, spirito in perpetuo moto, ciò che costituisce veramente
        il paradiso.
 La musica è il medium dello spirito, onde il sensibile si fa
        spirituale… e come la redenzione si estende a tutti quelli che sono
        afferrati dallo spirito vivente della divinità, anelano alla vita
        eterna, così, la settima, mediante la sua soluzione, guida tutte le
        note, che vanno a lei e la pregano di redimerle, e le adduce per mille
        vie diverse alla loro origine, allo spirito divino […]
 Non curarti dei gusci vuoti, onde gli spiriti pennuti hanno preso il
        volo…Non curarti né della terza né della quinta, né di tutta la
        parentela delle tonalità maggiori e minori".
 Bettina Brentano, Carteggio di Goethe con una bimba, trad. it. di G.
        Necco, Milano, 1932.
 Il problema
      fondamentale di ogni sistema di accordatura presumibilmente è quello di
      conciliare gli intervalli naturali (formati dalle armoniche di più bassa
      numerazione), verso i quali tendono spontaneamente il nostro orecchio e la
      nostra voce, con l’esigenza di dividere l’ottava in parti
      proporzionali (adottando la stessa distanza tra i gradi adiacenti della
      scala: è il concetto delle scale equalizzate), allo scopo di rendere
      funzionale e praticabile l’intero sistema scalare. In altri termini, si tratta di trovare un compromesso tra gli intervalli
      formati dalle armoniche combinate tra loro e gli intervalli che possono
      risultare da un scala equalizzata, che suddivide l’ottava in parti
      proporzionali. La difficoltà più grande è lampante se si osservano le
      armoniche nella loro successione: gli intervalli tra un'armonica e
      l’armonica successiva vanno via via restringendosi quanto più si
      procede ascendendo nella serie.
 Ad esempio l’intervallo tra la quinta e la quarta armonica, prossimo a
      una terza maggiore, non si ripete mai più tra due armoniche consecutive;
      difatti tra la sesta e la quinta armonica vi è un intervallo vicino a una
      terza minore, tra la settima e la sesta armonica c’e un intervallo a metà
      strada tra due e tre semitoni e così di seguito decrescendo sempre più
      di ampiezza. La serie delle armoniche sembra suggerire scale tutt’altro
      che equalizzate.
 Al grande problema dell’accordatura, che può trovare molte – forse
      infinite - soluzioni ugualmente valide, Armodue risponde con la scala
      equalizzata di sedici note.
 In Armodue, il rapporto di frequenza 2:1 - che corrisponde all’ottava
      nel sistema dodecatonico - viene ripartito proporzionalmente in sedici
      classi di altezza; tra un grado ed il consecutivo nella scala cromatica di
      Armodue vi è il rapporto di frequenza corrispondente alla radice
      sedicesima di due (quantificabile in 75 cents = un eka).
 L’efficacia
      o validità del sistema temperato dodecatonico in ultima analisi è dovuta
      a due fattori. Il primo fattore è la possibilità di riprodurre in modo piuttosto fedele
      (con lieve diversità di intonazione) gli intervalli naturali di quinta,
      quarta, terza e sesta maggiore e minore, cioè tutti gli intervalli che si
      possono formare con le prime sei armoniche della serie. La pretesa
      perfezione della triade maggiore, in particolare, è stata fatta
      discendere dalle armoniche: la quarta, la quinta e la sesta armonica
      costruiscono su una prima armonica fondamentale un accordo prossimo
      all’accordo maggiore temperato.
 Il secondo fattore è il ciclo delle quinte, di matrice pitagorica,
      all’origine delle scale diatoniche. Il ciclo della quinte è una
      progressione geometrica delle frequenze in ragione del rapporto di 3/2.
      Nel sistema temperato, il ciclo delle quinte viene rettificato in modo
      tale che il tredicesimo termine corrisponda esattamente ad un’ottava
      superiore del primo termine.
 Se il ciclo delle quinte non fosse rettificato, iniziando da un do si
      arriverebbe al tredicesimo termine si# non corrispondente come frequenza
      ad un altro do di un’ottava superiore, bensì crescente di circa un
      ottavo di tono rispetto a tale do (comma pitagorico). Così nel sistema
      temperato ad ogni quinta naturale (rapporto 3/2) si sottrae un dodicesimo
      di comma pitagorico, equipartendo lo scarto – cioè il comma - in modo
      omogeneo tra i dodici termini del ciclo. La quinta naturale di 702 cents
      diviene la quinta temperata di 700 cents sottraendo un dodicesimo di comma
      (il comma pitagorico è di circa 24 cents). Ecco la progressione di
      Pitagora (la serie delle quinte naturali):
 
 
        
          
            | do | sol | re | la | mi | si | fa# | do# | sol# | re# | la# | mi# | si# |  
            | 1 | 3/2 | (3/2)2 | (3/2)3 | (3/2)4 | (3/2)5 | (3/2)6 | (3/2)7 | (3/2)8 | (3/2)9 | (3/2)10 | (3/2)11 | (3/2)12 |  Dunque la
      divisione dell’ottava in dodici parti è fondata sul rapporto di
      frequenza 3/2; per l’inversa proporzionalità, prendendo una corda che
      intoni il do e premendola a 2/3 della sua lunghezza si ottiene il sol una
      quinta sopra; procedendo con le suddivisioni, i 2/3 della sezione di corda
      che dava il sol (ovvero i 4/9 della lunghezza totale della corda) intonano
      il re, con 8/27 (2/3 elevato al cubo) della corda totale si ottiene il la
      e così di seguito di suddivisione in suddivisione, fino al si#. Se gli
      intervalli di quinta, quarta, terza e sesta naturali formati con le prime
      sei armoniche della serie hanno il loro riscontro nel sistema dodecatonico,
      Armodue si basa sulla prima armonica della serie che non trova riscontro
      nel sistema a dodici note: la settima armonica. La settima armonica forma con la quarta armonica (la quarta armonica è un
      duplicato in ottava della armonica fondamentale) un intervallo che non ha
      equivalenti nel sistema dodecatonico.
 Tale intervallo corrisponde a 968,83 cents.
 Affermare che il rapporto intervallare 7/4 ha il suo corrispettivo nella
      settima minore temperata è decisamente una forzatura.
 La settima minore temperata infatti ha un’ampiezza di 1000 cents; la
      differenza (31,17 cents) è davvero troppo grande per poter equiparare i
      due intervalli: l’intervallo formato dalla settima e quarta armonica è
      più piccolo di circa un terzo di semitono della settima minore
      temperata.
 La quinta naturale di 702 cents (rapporto 3/2) si può in pratica
      equiparare alla quinta temperata di 700 cents; è ancora tollerabile
      equiparare il rapporto 5/4 (tra la quinta e quarta armonica) quantificato
      in 386,14 cents ad una terza maggiore temperata di 400 cents; è
      accettabile ricondurre il rapporto 6/5 (tra la sesta e quinta armonica)
      – uguale a 315,64 cents ad una terza minore temperata di 300 cents.
 Ma è inammissibile pretendere che la settima minore temperata sia
      equivalente all’intervallo tra la settima e la quarta armonica. In verità,
      con la settima armonica si esula dal sistema a dodici note. Le armoniche
      dalla settima in poi sono indicatrici di un sistema scalare diverso dal
      sistema dodecatonico.
 Armodue è
      fondato sulla progressione geometrica delle frequenze in ragione del
      rapporto di 7/4. Il rapporto intervallare di 7/4 viene riportato
      progressivamente fino a dare sedici termini. Con le opportune
      rettificazioni, il diciassettesimo termine risulta essere un’esatta
      ripetizione su un’ottava superiore del primo termine.  L’intervallo
      formato dalla settima e quarta armonica ha il suo equivalente in Armodue:
      in tale sistema esso corrisponde all’intervallo di tredici eka. Nella
      terminologia del sistema dodecatonico, tale progressione si denominerebbe
      ciclo delle settime. In Armodue però l’intervallo critico di 968,83 cents (rapporto 7/4)
      viene rettificato a 975 cents che corrispondono a 13 eka (13 x 75 cents) e
      ad una "ottava" di Armodue (note 1-8).
 In Armodue si parlerà dunque del ciclo delle ottave per descrivere la
      progressione geometrica di sedici termini in ragione di 7/4.
 Ecco il ciclo
      delle ottave di Armodue: 
        
          
            | 1 | 8 | 6# | 5 | 3 | 1# | 8# | 7 | 5# | 3# | 2 | 9 | 7# | 6 | 4 | 2# | 1 |  
            | 1 | 7/4 | (7/4)2 | (7/4)3 | (7/4)4 | (7/4)5 | (7/4)6 | (7/4)7 | (7/4)8 | (7/4)9 | (7/4)10 | (7/4)11 | (7/4)12 | (7/4)13 | (7/4)14 | (7/4)15 | (7/4)16 |  Il ciclo
      delle ottave in Armodue ha le stesse implicazioni che ha il ciclo delle
      quinte nel sistema dodecatonico. |